Quando due esseri umani si incontrano, si piacciono e si scelgono, firmano inconsciamente un patto definibile “qui pro quo” coniugale. In ogni cultura avviene ciò: i membri della coppia fanno una specie di metaforica contrattazione per stabilire non solo se ci sarà o meno il matrimonio, ma anche per definire le regole della relazione stessa (Walsh, 1999). La riuscita o meno dell’unione dipendono dal funzionamento di questo patto, delle regole implicite che guidano il modello di organizzazione e comunicazione della coppia.
Un essere umano, durante l’intero arco della propria vita è sottoposto ad una molteplicità di eventi di varia natura, per sopravvivere ai quali è costretto a mutare e trovare nuovi equilibri ed adattamenti. Essendo le relazioni prodotto umano, la stessa flessibilità viene richiesta ad esse. Il qui pro quo coniugale deve essere sufficientemente flessibile e rinegoziabile dinanzi ad ogni fase di transizione del ciclo vitale della coppia. Ebbene sì, anche la coppia ha un proprio ciclo vitale. Vediamo assieme quali sono le caratteristiche delle coppie definibili come “sane”:
POTERE ED UGUAGLIANZA: l’equilibrio di potere è di estrema importanza per la riuscita di un’unione. Le coppie sane riescono a mantenere una complementarietà nel far fronte ai compiti e, nello stesso tempo, un senso di leadership condivisa ed uguaglianza. Nelle coppie con una relazione asimmetrica, maggiore è la dominanza e la posizione di autorità di uno sull’altro, meno questa coppia funzionerà. Lo squilibrio di potere porta una disfunzionalità maggiore se l’area dell’altro viene sottovalutata: i partner devono essere consapevoli e convinti che ciascuno di loro si fa carico di alcune (se pur diverse) responsabilità e che entrambi i contribuiti hanno valore e fanno parte di un equilibrio che dura nel tempo (Beavers, 1986).
ADATTABILITA’: Ogni coppia, per definirsi sana, deve raggiungere un adeguato equilibrio tra stabilità e flessibilità. Deve potersi adattare ai cambiamenti imposti dalla vita senza, tuttavia, perdere la propria struttura stabile di fondo. I membri della coppia devono possedere e conservare un’ordinata e chiara organizzazione della quotidianità, ma allo stesso tempo devono riuscire a tollerare e nel caso riadattarsi a fronte del caos che può scaturire da variazioni inaspettate della routine, eventi improvvisi o crisi (Olson, in corso di stampa).
COESIONE: Le coppie sane trovano un giusto equilibrio tra vicinanza e rispetto delle differenze individuali. Allo stesso tempo, la coppia deve difendere e preservare un immaginario confine attorno a sé, che la tutela da eventuali interferenze esterne.
COMUNICAZIONE: Sono distinguibili, nella dinamica della comunicazione umana, un aspetto di contenuto (cosa comunico, se fatti, opinioni, emozioni ecc) ed un aspetto di relazione (come definisco la nostra relazione mentre comunico il contenuto). Perché la relazione funzioni è necessario che quest’ultimo aspetto combaci in entrambi i partner, che le regole, i messaggi ed i ruoli siano chiari e coerenti (Walsh, in corso di stampa).
ESPRESSIONE DELLE EMOZIONI: Ogni coppia sana è in accordo su come ci si esprime reciprocamente i sentimenti di amore, affetto e cura. Fraintendimenti su questo piano sono molto frequenti nelle coppie, e da essi scaturisce molta tensione. Le difficoltà maggiori spesso le incontrano gli uomini, impegnati e socialmente forgiati a mantenere una parvenza di “forza” che si traduce in mancanza di espressione delle emozioni (unica eccezione per la rabbia) (Weiss, 1985).
PROBLEM SOLVING: Le coppie sane non sono certo prive di problemi, difficoltà o di conflitti. Ciò che fa la differenza è la capacità di affrontarli e risolverli, insieme. Ovviamente, la fortuna in questo aiuta: subire un minor numero di eventi stressanti aiuta. Possiamo distinguere tre fasi del problem solving di coppia: fase dell’identificazione condivisa del problema, fase della contrattazione ed infine fase della risoluzione. Le coppie altamente disfunzionali incontrano difficoltà sin dalla prima fase. La bassa tolleranza al conflitto di alcune coppie le porta ad “accordarsi sull’essere d’accordo”, raggiungendo una parvenza di punto di incontro che ha il solo scopo di evitare la comunicazione ed il confronto. Anche la seconda fase può portare con sé problemi: i coniugi possono imbrigliarsi in una lunga lotta di supremazia finalizzata a definire chi ha ragione e chi ha torto, tramutando il confronto in lotta aperta con conseguente definizione di un vincitore e di un vinto. In questo caso la fase di contrattazione diventa fase di lotta per il controllo della relazione (Walsh, 1999).
Se sei giunto a questo punto dell’articolo, avrai certamente maturato un’idea sullo “stato di salute” della tua coppia. Mi preme sempre ricordare ai miei pazienti, in ogni terapia che ho il piacere di condurre, che ognuno di noi ha delle risorse e che l’essere umano è immerso in un costante processo di cambiamento, solo che spesso si sente smarrito e confuso su quale sia la “via” ottimale per ottenere un miglioramento.
La psicoterapia può indicarvi la strada, voi sceglierete se percorrerla.
BIBLIOGRAFIA
Beavers, W.Z. (1986) Successful Marriages. Norton, N.York;
Olson, D.H. (a cura di) (In corso di stampa) The circumplex model. J.of Psychother and the Fam. Ther.;
Walsh, F. (In corso di stampa) Treating Severly Disfuncitional Families. Guildford Press, N.York;
Walsh, F. in Andolfi,M. (1999) La crisi della coppia. Una prospettiva sistemico-relazionale. Raffaello Cortina Ed., Milano;
Weiss, B.S. (1985) Men and the Family. Fam. Proc., 24, pp.49-58.